...quando nel mese di luglio di tre anni fa su consiglio di una suora, dovendo allontanare immediatamente un minore dalla famiglia, inviai in questa struttura un ragazzino di quindici anni.
Quando dopo un mese andai a trovarlo, mi resi conto che, forse la struttura non era più la adatta per un minore, non per i limiti interni della comunità ma per il lavoro particolare di recupero che veniva svolto. Decisi di verificare, dopo un ulteriore mese, l’eventuale mantenimento del ragazzo in comunità. La verifica fu comunque positiva, e adesso l’ex minore è diventato maggiorenne a Trivigliano. A distanza di anni, posso dire che rifarei la scelta di inserire un minore in questa comunità, in quanto l’accoglienza e la cura dei bisogni del ragazzino è stata adeguatissima. Il ragazzino era considerato un “ospite speciale”.
La comunità non si è mai stancata del ragazzo e l’accoglienza del minore è stato quanto di più materno e paterno si possa desiderare. Come dice P. Matteo nei momenti di maggiore fragilità esistenziale non servono i giudizi categorici o le condanne sociali, bensì un atteggiamento di dialogo, di comprensione di solidarietà. Questa è una piccola riflessione e vuole rappresentare un grazie di cuore a padre Matteo e a tutti gli operatori della comunità e un augurio di buon proseguimento. A presto.