superare le reciproche diffidenze.
Tutto ciò è stato possibile grazie al dialogo.
A volte l’egoismo e la sete di arrivismo hanno indotto l’uomo ad utilizzarlo per sopraffare i suoi simili.
Sono nati così conflitti, guerre e distruzioni; di fronte a queste tragedie viene da chiedersi se davvero abbiamo bisogno l’uno dell’altro.
A che cosa serve dunque il dialogo?
Dalla nostra esperienza passata sappiamo che noi lo abbiamo utilizzato soltanto per soddisfare i nostri bisogni materiali.
La mancanza di formazione ci ha impedito di coglierne il valore più profondo, quello cioè di incontrare l’altro e arricchirci così della sua esperienza, superare le nostre paure e dare una risposta adeguata ai nostri conflitti interiori.
Queste meravigliose possibilità che ci offre il dialogo le stiamo scoprendo oggi attraverso l’esperienza di vita in Comunità.
La nostra trascuratezza ci ha portato in passato a vivere con gli altri in modo molto superficiale.
In famiglia, con gli amici, sul lavoro, nei rapporti di coppia, non l’abbiamo mai usato per manifestare i nostri problemi, esprimere i sentimenti, né tanto meno per aiutare gli altri nelle loro difficoltà.
Solo ora ci accorgiamo che non abbiamo mai chiesto a nostra madre di parlarci delle sue ansie e delle sue gioie; che nostro padre è stato per noi in fondo uno sconosciuto.
Nei rapporti con gli altri insomma, non c’è mai stata da parte nostra la volontà e la capacità di sacrificarci neanche un po’, per il bene degli altri.
Ecco perché ci siamo sentiti sempre soli!
Oggi stiamo vivendo una vita nuova, più significativa, dove sentimenti e rapporti assumono colori e tonalità in passato sconosciuti o sbiaditi.
Sperimentiamo che l’altro non è più un limite per noi da evitare o piegare ai nostri scopi, bensì rappresenta la possibilità di esprimere sempre più le nostre qualità migliori.
Una vita dove contava solo l’avere, è diventata, grazie alla Comunità, una vita dove importa soprattutto quello che davvero siamo e vogliamo diventare.